martedì 5 maggio 2009

La rivincita di Venezia

La luce (elettrica) di Venezia arriverà dalle alghe

Venezia si prende la rivincita sulle alghe e le usa per produrre bioenergia. Les Echos attira l'attenzione sul progetto della centrale ad alghe che sorgerà nella Serenissima. «Alghe per illuminare Venezia», titola il quotidiano francese. «Venezia la bella, Venezia la romantica, vuole anche essere all'avamposto dell'ecologia», scrive la corrispondente da Milano Marie-Laure Cittanova. La centrale utilizzerà la biomassa derivata dalle alghe per produrre elettricità: dovrebbe produrre da 40 a 60 megawatt all'anno, sufficienti per illuminare metà del centro storico veneziano, che consuma da 80 a 100 megawatt all'anno.

Venezia ha deciso di diventare un porto verde. L'idea di partenza, ricorda Les Echos, era quella dell'energia solare: si trattava di installare pannelli fotovoltaici sui tetti di tutte le installazioni portuali. Poi sul tavolo del presidente del Porto, Paolo Costa, è arrivato un progetto di centrale ad alghe. La tecnologia è del gruppo spagnolo Solena Group, che utilizza turbine General Electric. Yves Bannel, vicepresidente e direttore della divisione europea di Solena Group, spiega al quotidiano francese che la tecnologia si sviluppa in due parti: «Da una parte, la produzione di alghe, secondo il procedimento della società spagnola BioFuel Systems, per farne una biomassa sfruttabile; dall'altra parte, una tecnologia che permette di gassificare questa biomassa per trarne elettricità».

«Piccole unità sono installate in Spagna, a Madera e Alicante, ma Venezia sarebbe la prima fabbrica al mondo di questo tipo», afferma Yves Bannel.

Paolo Costa, definito «entusiasta», spiega: «E' l'uovo di Colombo, si tratta di utilizzare il sole e la CO2». Solena dovrebbe produrre oltre 100.000 tonnellate di microalghe "nutrite" nei tubi con anidride carbonica, prima di ricavarne elettricità. Le alghe sono delle microalghe, le diatomee, le stesse presenti nell'Adriatico. «Non esiste nessun rischio di inquinamento o di contaminazione, anche se la "fabbrica" d'alghe dovesse essere danneggiata».

Ecco il procedimento così come lo riassume Les Echos. Le alghe sono allevate in laboratorio, trasferite in cilindri di plastica nei quali si inietta anidride carbonica e acqua, il che grazie al sole provoca la fotosintesi. La biomassa così prodotta è centrifugata e seccata grazie alla tecnologia al plasma di Solena. Il mix di idrogeno e monossido di carbonio che ne risulta è il carburante che attiva le speciali turbine di General Electric. Il gas di scarico delle turbine, la CO2, è direttamente iniettato nell'allevamento di alghe. Il procedimento lascia un residuo di silicio che può essere riciclato nell'edilizia o nell'industria.

Les Echos mostra ottimismo sul fronte organizzativo. Il primo passo è la nuova società tra il porto di Venezia e eNalg, la concessionaria della tecnologia Solena per l'Italia. Le autorizzazioni «dovrebbero essere ottenute rapidamente», poiché l'impianto di dieci ettari sorgerebbe in una zona industriale che ha difficoltà di riconversione di Porto Marghera. «La centrale ad alghe potrebbe essere operativa dal 2010», afferma Les Echos. Occuperebbe 46 persone e avrebbe un costo di 200 milioni di euro, «il che dovrebbe permetterle di essere redditizia».

Se riesce, l'operazione potrebbe essere riprodotta a Trieste, Ravenna e Capo d'Istria. Conclude Les Echos: «Sarebbe una bella rivincita dei porti dell'Adriatico sulle alghe, che hanno tendenza a invadere le acque di questo mare chiuso e caldo».

di Elysa Fazzino http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2009/05/Venezia-luce-alghe.shtml?uuid=ca9507b2-3963-11de-81fa-22afe42b0e6a&DocRulesView=Libero

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