martedì 12 maggio 2009

Europa ed evasione

da ieri e' ufficiale l' unione europea dei paesi CEE

con le dogane tramonta un millennio

la nascita della nuova Europa abolisce i confini doganali per lo scambio delle merci. cosa cambia per il commercio e per le imposte

------------------------- PUBBLICATO ------------------------------ La nuova Europa TITOLO: Con le dogane tramonta un millennio DOGANE - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - di GIULIO TREMONTI La caduta delle dogane europee, la possibilita' che si e' aperta da ieri 1 gennaio di passare le Alpi o i Pirenei, il Reno o la Manica senza subire controlli fiscali e' un fatto storico. E' il simbolo della fine della geografia economica e politica di questo millennio, il principio di una geografia nuova. E' piu' o meno alla fine del Medioevo, infatti, che si deve risalire, per trovare un simile grado di liberta' o di possibile anarchica sregolatezza. Successivamente, gli Stati moderni hanno gradualmente cominciato a consolidare, insieme con il controllo del loro territorio, la loro struttura politica. Assistiamo ora, con la caduta delle dogane, al fenomeno contrario: all' inizio della riduzione degli Stati nazionali. Il Trattato di Roma del 1957 baso' la Comunita' europea, tra l' altro, sulla regola semplice dell' armonizzazione fiscale: tutti gli Stati dovevano passare dalle vecchie imposte sugli scambi a una nuova imposta, sul valore aggiunto, ma ogni Stato conservava la sua sovranita' fiscale storica. Fu cosi' che in Italia si introdusse l' Iva, in Francia la Tva, in Germania la MVSt, in Inghilterra la Vat e cosi' via: imposte uguali nella struttura, ma autonome ciascuna nel suo territorio. A cominciare da quest' anno si completa l' unificazione economica del mercato europeo, ma, sia pure transitoriamente, resta ancora ferma la regola: "uno Stato una imposta". In specie, proprio la sfasatura tra dogane che cadono (se no il mercato non sarebbe unico) e imposte nazionali che restano produce fortissime vischiosita' : far pagare imposte sulle importazioni senza dogane e' infatti piu' o meno come prevedere il carcere senza avere prigioni. L' Iva che non si paga piu' in dogana, punto di concentrazione fisica dei traffici, nel quale i controlli sono naturalmente superefficienti, si dovrebbe pagare nelle fabbriche e cioe' nei luoghi puntiformi della produzione, sparsi sui territori nazionali, che sono invece controllabili solo saltuariamente. Per una economia come quella italiana, basata su imponenti flussi di importazioni ed esportazioni, esplosa su di una miriade di piccole e medie imprese, afflitta da enormi problemi di evasione fiscale, la caduta dei controlli doganali dara' nuovo impulso alla fiera delle tasse. In specie, la possibilita' di saltare l' Iva che sarebbe dovuta all' importazione o, come variante, di scaricare in Italia l' Iva su fatture estere di importazione, senza controllo capillare e continuo sulle merci, aprira' enormi spazi di evasione fiscale possibile, spingera' con piu' forza verso il sommerso, aumentera' la concorrenza impropria basata sul "dumping" fiscale. Il fisco italiano stenta a fronteggiare l' evasione interna. C' e' da dubitare che (senza neppur sapere le lingue) riesca a "dialogare" con quelli stranieri, che dovrebbero stare a sua disposizione per effettuare controlli incrociati. Paese a rischio In specie, proprio il Paese piu' esposto a rischio arriva all' appuntamento nel modo peggiore: con norme approvate l' ultimo giorno utile e senza procedure amministrative interne di applicazione ed esterne di raccordo. Ne' i grandi sforzi che sono stati e saranno fatti dai corpi civili e militari basteranno a supplire un irresponsabile, e per la verita' risalente, deficit di conduzione politica della materia. A prescindere dal modo in cui e' realizzata, la caduta delle dogane segnera' comunque un passaggio storico: per la prima volta nella loro storia gli Stati nazionali perdono infatti, con il baluardo fisico delle dogane, un pezzo fondamentale della loro struttura. Perdono, con il controllo economico dei loro confini, quote del controllo economico del loro territorio. Disegnati prima dell' invenzione dell' automobile e della televisione, prima che si sprigionasse la forza politica esplosiva del motore a scoppio e del video, prima che si attivassero flussi di traffico di merci e di immagini che non hanno precedenti nella storia, gli Stati nazionali cominciano cosi' , dai loro perduti confini economici, ad apparire insieme troppo grandi e troppo piccoli. Troppo grandi, rispetto agli effettivi bisogni di organizzazione e di partecipazione politica della gente; troppo piccoli, rispetto a fenomeni che ormai si sviluppano su scale molto piu' vaste. La formula Per contro, la Comunita' europea, non Stato nazionale vecchio stile, piuttosto flessibile centro ispiratore di politiche sovrannazionali, si rivela essere la formula d' organizzazione politica piu' moderna e affascinante. E non e' un caso che, ancora una volta, si tratti di formula sviluppata nel laboratorio politico della nostra vecchia Europa. Giulio Tremonti

Tremonti Giulio

Pagina 001.003
(2 gennaio 1993) - Corriere della Sera


L'ho appena trovato. Interessante Tremonti e non ancora in odore di ministro.

Nessun commento:

Posta un commento